Apanjan (la mia casa)

Apanjan è un grande centro di accoglienza rivolto ai bambini handicappati di Calcutta che trovano vitto, alloggio,assistenza medica, integrazione sociale ed educazione scolastica,.
L’OFFER (Organization For Friends Energies and Resources), gestisce questo progetto da quasi dieci anni. Le attività dell’OFFER sono supportate dall’Associazione AMAsempre O.N.L.U.S e hanno come beneficiari i bambini di strada che vivono principalmente nelle stazioni. Questi finirebbero nel racket dell’elemosina (so­prattutto se handicappati), in quello della prostituzione o peggio ancora diventerebbero merce per il traffico di organi. A tal fine, già sono stati realizzati vicino alle stazioni più grandi (Howrah, Dum Dum ed altre) dei centri di prima assistenza, che poi smistano i bambini in varie altre strutture.
In particolare, l’OFFER ha costruito un grande centro di accoglienza (Apanjan) in cui vengono ospitati circa 40 bambini handicappati abbandonati sin dalla nascita, incapaci di parlare. L’ambiente è molto ospitale e pulito e si trova in una zona residenziale a nord di Calcutta, dove l’aria è meno inquinata, e permette quindi a questi bambini che hanno quasi tutti dei problemi respiratori una migliore ossige­nazione. Questa scelta si traduce in un maggior costo di affitto e di trasporti. Nella casa vi sono dei macchinari per la fisioterapia. Vi è anche del personale che vive sta­bilmente, tra cui Srimantu, un ragazzo di 28 anni a sua volta abbandonato per strada e cresciuto gra­zie all’attività dell’OFFER e che ha deciso di lavorare con i bambini ancora più sfortunati di lui. In definitiva, tra costi di gestione e numero di personale, questa casa famiglia è molto di­spendiosa; si potrebbe persino dire che essa è antieconomica.  Per questo motivo, i bambini handicappati di regola vengono tagliati fuori anche dalle organizzazioni che operano per lo sviluppo e l’assistenza delle fasce più deboli, e quindi ci appare ancora di più meritevole l’attività dell’OFFER.
Noi abbiamo avuto la fortuna di essere ospitati presso uno dei Centri dell’OFFER e siamo stati accolti dai bambini indiani con molto entusiasmo; anche se incapaci di parlare, hanno espresso tutta la loro gioia con forti abbracci e sorrisi. Un momento molto emozionante è stato quello in cui abbiamo distribuito le caramelle: i bambini non sapevano come aprirle e uno di loro ha tentato addirittura di mangiarne una con tutta la carta!! Quindi tutti si sono lasciati tranquil­lamente imboccare, tranne uno che pretendeva di ricevere la caramella tra le sue mani……
Mr. Kallol Gosh ha una storia personale molto particolare. Quando all’età di 20 anni il padre gli chiese cosa volesse fare nella sua vita, egli con semplicità affermò che avrebbe voluto lavorare con i bambini di strada. Il padre, allora, gli disse che “per comprendere la povertà bisogna viverla” e lo invitò a dormire due settimane in strada. Detto questo lo cacciò e Mr. Kallol finì in prigione per va­gabondaggio…. Da questa esperienza, però, comprese che i bambini di strada hanno soprattutto bi­sogno di amore e di qualcuno che si prendesse cura di loro.

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